Il successo di Casa Surace e la nostalgia dei fuorisede

Redazione Informare 18/07/2017
Updated 2017/07/18 at 3:43 PM
3 Minuti per la lettura

Il successo di Casa Surace raccontato da Andrea Di Maria

Negli ultimi cinque anni l’attenzione verso i canali social, dal punto di vista artistico, è cresciuta notevolmente. É proprio qui che spesso nascono talenti e personaggi che senza quest’opportunità non riuscirebbero ad esprimere il proprio potenziale creativo e la propria spontaneità.
Dalla spontaneità di un artista dal sorriso facile come Andrea Di Maria è nata a Napoli una realtà che ha visto i consensi di una nazione intera: Casa Surace.
Una mini serie web che ha conquistato l’italiano medio, gli ha permesso di ridere di se e della sua situazione in un paese che sembra aver perso la bussola.
Un’ironia che vede il suo punto più alto nel divario tra nord e sud con un’attenzione particolare ai valori e le tradizioni che nel tempo sembrano solidificarsi più che perdersi. Andrea Di Maria è uno degli artisti che si occupa di questo sogno chiamato Casa Surace a cui abbiamo chiesto:
Molti pensano che fare un video e postarlo su facebook ottenendo milioni di views sia una cosa semplice o quantomeno da tutti, qual è il tuo percorso artistico?
«Il lavoro è tanto e viaggia su due binari paralleli, la mia formazione da artista vede le collaborazioni nel 2002 con la compagnia di Mario Scarpetta ma anche esperienze cinematografiche con registi come Comencini, nel film “Lo spazio bianco”, al fiando di Castellitto ne “Il sindaco pescatore” e nella miniserie “Lampedusa” di Claudio Amendola. Parallelamente c’è un progetto a cui tengo molto che è Casa Surace; un sogno che ti toglie un po’ il sonno perchè portare avanti un impegno sui social è molto oneroso in termini di tempo. Bisogna stare sempre sul pezzo».

Casa Surace
Casa Surace

Casa Surace è un progetto che conta oggi un milione di followers, come è nata quest’avventura e soprattutto quali obbiettivi si pone?
«Casa Surace è composta da scalmanati che al mattino dopo una buona tazza di caffè cominciano a registrare e produrre video per costruire questo piccolo sogno, raccontare la cultura e la “non” cultura dell’italiano medio. Dal nord al sud. Poter parlare di quello che accade intorno a noi con un tono di irriverenza verso la critica ostinata ai giovani e meno giovani che vivono la realtà italiana è il nostro obbiettivo, strappare un sorriso a milioni di persone che cliccando sulle nostre produzioni si rivedono nel precariato, nell’essere mammoni, ostinati e italiani».

 

di Giovanni Imperatrice
Foto di Gabriele Arenare

Tratto da Informare n° 163 Novembre 2016

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