Carica della polizia su un cronista di Informare: è inaccettabile

Redazione Informare 22/04/2023
Updated 2023/04/22 at 9:09 PM
5 Minuti per la lettura

Ancora una volta siamo costretti a guardare le cariche della polizia in una manifestazione pacifica. Tutto ciò diventa ancora più ripugnante quando ad essere colpiti sono i cronisti che fanno il loro lavoro: raccontare ciò che accade nelle nostre città. Nella manifestazione di ieri il nostro corrispondente Ciro Giso è stato colpito a manganellate a seguito di una carica, addirittura con un colpo alla testa. Ha subìto le percosse mentre esercitava una professione che fonda i suoi valori nella Costituzione e da essa tutelata.

È inaccettabile per un giornale avere paura di inviare propri corrispondenti per il rischio di percosse, le forze dell’ordine hanno il dovere di rispettare il diritto di cronaca sancito dalla Carta costituzionale e fondamentale per il pieno svolgimento delle attività democratiche.

A Ciro va la nostra piena solidarietà e il sostegno nel continuare a svolgere un lavoro essenziale al nostro Paese. Nel mentre invitiamo le istituzioni competenti e l’ordine dei giornalisti a meditare su quanto accaduto, facendo di tutto per scongiurare le lesioni al diritto di cronaca esercitato dalla nostra categoria. Oggi più che mai è essenziale proteggere i giornalisti, ieri per l’ennesima volta non è stato così.

Antonio Casaccio, direttore di Informare

La “colpa” di essere un giovane giornalista

Alla Stazione Marittima di Napoli, porta di accesso via mare della città, c’è una struttura imponente: è il monumento al migrante ignoto. È lì da poco: fu posizionato nel 2015. Solo un anno più tardi, nel 2016, i morti e dispersi in mare furono 4500. Anno record per l’ultimo decennio di flussi migratori nel mediterraneo. Vedere passare di lì i ministri Minniti e Piantedosi – ospiti del secondo Forum sui beni confiscati – è sembrato un atto gravissimo per gli attivisti per i diritti umani di Napoli, che individuano nei decreti contro l’immigrazione emessi da quei ministri alcune delle cause dei migliaia di morti in mare ogni anno.

Perciò hanno deciso di manifestare pacificamente il proprio dissenso all’esterno del porto. Armati solo di frutta, lanciata contro le auto dei ministri, e un mazzo di fiori, che hanno provato a portare ai piedi del monumento al migrante. È proprio in quel momento che sono partite le tensioni con il cordone di polizia che li ha caricati. A distanza dalla ressa, assieme agli altri giornalisti anche io stavo esercitando il mio lavoro e il mio diritto di cronaca. Ci siamo allontanati durante la carica della polizia e proprio mentre registravo, un poliziotto ha iniziato a puntare anche me con un manganello. Capite le intenzioni ho subito dichiarato di essere un giornalista: non è bastato e sono stato colpito prima alla mano e poi alla testa. Rischiando sicuramente di peggio, com’è successo invece ad alcuni attivisti che hanno riportato ferite ben più gravi.

Un grave attacco ai diritti democratici

Non è stato un errore: era inequivocabile che non fossi un manifestante attivo della mobilitazione. Ero armato solo di un telefono, e già in precedenza, nel corso della manifestazione ho spiegato chi fossi quando le forze dell’ordine hanno chiesto chiarimenti sulla mia presenza lì. Sprovveduto? Neanche. Ero spalla a spalla ad altri cronisti, loro – alcuni anche ben più vicini al “pericolo” – non sono stati presi di mira. Ho coperto come giornalista mobilitazioni ben più partecipate e violente, mantenendo sempre un’occhio vigile e attento per non rischiare di farmi del male e non danneggiare la mia attrezzatura, cercando di mantenermi sempre il più professionale possibile, amando quello che faccio. Perché ieri sia successo questo, invece, non lo sapremo mai.

I giornalisti non si manganellano. Questo non è un piagnisteo, né un articolo di indignazione, ma la denuncia di una violenza ingiustificata contro chi esercitava un diritto fondamentale nel nostro paese e nel mondo, quello di cronaca. Noi continueremo a lavorare per portarvi un’informazione corretta e professionale di quello che succede nelle nostre città. Ci troverete sempre ai nostri posti.

Com’è misera la vita negli abusi di potere.

Ciro Giso

Condividi questo Articolo
Lascia un Commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *