CAMPIONI D’ITALIA! Adesso può esplodere la festa azzurra, il Napoli conquista il terzo scudetto

Updated 2023/05/04 at 11:14 PM
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Uomini forti, destini forti. Profetico Spalletti che del suo Napoli conosce la determinazione. Abbiamo messo a tacere la Serie A e la matematica

Sempre primi, abbiamo guardato la classifica dall’alto di una volontà senza uguali. La cavalcata trionfale del Napoli non ha fatto prigionieri: abbiamo letto le profetiche griglie di chi dice di saperne più di noi. Ci vedevano quarti, forse quinti, ma non li abbiamo ascoltati. Testa bassa e con l’umiltà degli ospiti invitati per fare numero li abbiamo castigati a suon di gol, domenica dopo domenica, partita dopo partita.

Siamo arrivati alla sosta per il Mondiale con il miglior attacco e ancora ci auguravano il calo fisiologico e statistico. Invece no! La ripresa è stata ancora più trionfale, superando i gironi di Champions League e di seguito gli Ottavi di finale. Il passo falso in Coppa Italia li ha illusi, siamo andati avanti senza badare a chi si lamentava della panchina in infermeria o dei punti tolti e poi restituiti.

La scaramanzia è andata in vacanza

Ad un certo punto ci abbiamo davvero creduto: la parola che non si poteva pronunciare è diventata legale. Potevamo davvero permetterci di sognare, questa volta si. Il vantaggio era tale che nessuno avrebbe potuto smarrire il titolo in albergo, per un attimo abbiamo rischiato di vincere lo scudetto seduti comodamente in poltrona. Continuando a guardare tutti dall’alto quando ancora mancavano 5/6 giornate alla fine di un Campionato con 15 punti di vantaggio sulle inseguitrici, giù a litigarsi l’Europa.

Ma sappiamo anche soffrire. Abbiamo apparecchiato a festa una, dieci, cento città in giro per il mondo; esposto bandiere e colorato di azzurro le strade, letteralmente. E, pazientemente, abbiamo atteso che il sogno si realizzasse. Abbiamo onorato il Campionato, ma soprattutto abbiamo onorato il calcio e i i tifosi che hanno visto crescere e vincere questa squadra fatta di campioni.

Tu mme diciste “Sì” ‘na sera ‘e maggio ….

Il destino si è realizzato ad Udine, con 15.000 tifosi in trasferta a colorare le strade friulane, lo Stadio Maradona strapieno a vedere lo spettacolo sui maxi schermi e a partecipare al gioco di luci e colori e una città in delirio tutta per strada a festeggiare. Stasera il Napoli ci ha portato sulle nuvole e noi restiamo saldamente attaccati a questa sensazione.

Solo noi sapevamo e aspettavamo trepidanti. 33 anni di attesa, di amore e sostegno incondizionato.

Kvaratskhelia, Minjae… chi?

Dopo il mercato di agosto, nessuno credeva che degli illustri sconosciuti avrebbero potuto realizzare un sogno che a Napoli mancava da ben 33 anni. Ma sono bastati i primi tocchi al pallone, i primi dribbling ubriacanti con i difensori seduti a terra e subito ci siamo innamorati di Kvicha Kvaratskhelia, del muro difensivo di Kim Minjae e Rrahmani ma soprattutto della devastante potenza di Victor Osimhen.

E allora si sono accorti di noi. Hanno capito che il Napoli questa volta faceva sul serio e che sarebbe andato fino in fondo. Ci hanno preso le misure e la seconda parte del Campionato ci ha visti attaccati, ingabbiati, triplicati. Va bene anche così, i gol sono arrivati dai terzini. Cosa sarebbe questa squadra senza la presenza silenziosamente imponente di Capitan Di Lorenzo o senza la fantasia e la determinazione di Mario Rui o Oliveira che senza paura si sono lanciati su ogni pallone.

Questa squadra non verrà ricordata solo per questa storica vittoria, verrà studiata nelle scuole calcio per la fantasia di Stanislav Lobotka che ha magistralmente diretto il centrocampo con Zambo Anguissa e Piotr Zielinski. Spesso spettatore non pagante ma perfetto organizzatore del suo reparto, Alex Meret è stato determinante in tante occasioni. dimostrando una maturità ed un sangue freddo non comune. E quella fascia destra, orfana di un glorioso passato, ha visto Matteo Politano e Irving Lozano portare lo scompiglio nelle file avversarie.

Mentalità vincente

La chiamano panchina, ma al Napoli non esiste. Si sono sempre fatti trovare pronti tutti, il Cholito Simeone che ci ha fatto commuovere in Champions, Jack Raspadori che ha segnato pochi ma fondamentali gol, Elijf Elmas capace di ricoprire qualunque ruolo in campo. Anche chi ha giocato poco è stato determinante: Juan Jesus, Ndombele, Zerbin, Zedadka, Ostigard, Demme, Gaetano, Bereszynski, Marfella e Gollini.

Ma nulla di tutto questo si sarebbe potuto realizzare se in panchina non avessimo avuto Luciano Spalletti, un toscano naturalizzato napoletano che fin da subito ha capito i suoi ragazzi, gli ha spiegato quanto valessero. In alcuni casi, stravolgendoli e convincendoli che erano vincenti. E lo abbiamo visto, lo hanno dimostrato sul campo.

E adesso: festa!

Ma oggi possiamo festeggiare! Perchè li abbiamo lasciati dietro e non ci siamo neanche girati a guardare. Perchè non li abbiamo ascoltati e siamo entrati nella storia. Ci spiace per chi è rimasto deluso, per chi ci aveva sottovalutato

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