Campania Felix: riflessioni su quel che resta

Redazione Informare 13/09/2023
Updated 2023/09/13 at 1:47 PM
3 Minuti per la lettura

La Madre Terra, un tempo si invocava, con atteggiamento di rispetto. Oggi, in verità, l’abbiamo quasi dimenticata, i cambiamenti climatici, di cui tanto si parla, sembrano averla affossata. La madre terra era parte integrante della cultura dei luoghi nella nostra regione, anzi, ancora di più nel territorio che si definiva nei secoli Campania felix.

La felicità prodotta dalla terra, con i suoi colori, i suoi profumi e le sue visioni panoramiche. Che ne è oggi di quella terra e di quella felicità, che sembravano avvolte nelle acque cristalline del mare che l’abbracciava? Nulla o quasi, possiamo affermare. Il macero, lo sciopero dei netturbini e, sommatoria di tutto, la terra dei fuochi, questo rimane di quel felix.

Con l’avvicinarsi dell’estate si è sentito parlare dello “spazzamare”, un pulitore di superfice, che lascia indiscusse e irriducibili le nefandezze che al mare si riversano, proprio da quella terra bruciata e offesa. Eppure, tutte le strade portano verso quell’illusione di felicità.

Dopo l’analisi dei sondaggi, dopo la ricostruzione delle varie fasi storiche del degrado del territorio, Orabona, Di Maio, Liarda, Cicala, Giordano, Tirico, Granata, Paolo, Perisse, Dimitrievici, Campolattano, Saviano,  Rota, Abate, Rea, Ciccarelli, i miei studenti, hanno ripercorso e ripercorreranno, partendo dai loro paesi, le lunghe strade che a raggiera, dall’entroterra portano a quel mare, attraversando, come su un vagone dai vetri oscurati, quella terra, un tempo “Campania felix”.

Vetri “oscurati” delle macchine, ma non solo delle auto, soprattutto, i “vetri” della consapevolezza dei tanti che si incamminano, oscurati inconsciamente per non essere fermati dall’impatto dei cumuli di rifiuti, dal degrado ambientale e abitativo, dallo spaccio, dal traffico di esseri umani e dalla prostituzione.

Nessuno guarda dal finestrino, pur essendo disposti, tutti, a pazientare ore e ore in fila in attesa di arrivare al desiderato bar dei lidi che animano quelle spiagge, dalle cui terrazze non si vede il mare. La bretella che collega l’asse mediano al casertano conferma che sul nostro territorio la teoria della finestra rotta non ha attecchito.

Non solo il cumuli di spazzatura delle piazzole sono stati “raccolti” in un piccolo promontorio al centro di ogni piazzola, ma sono lì, la finestra deve rimanere rotta! Ma, è oltremodo significativo che ogni cittadino debba percorrere quella bretella “necessariamente” nella corsia di sorpasso, visto lo stato in cui versa la corsia di marcia, a conferma che, forse, nelle intenzioni dei cittadini quella “era” la corsia giusta, ma non è bastato.

di Annamaria Rufino

docente di Sociologia giuridica della devianza e del mutamento sociale
presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

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