In Italia, il fenomeno delle dimissioni di massa post pandemia continua ad avere un impatto significativo sul mondo del lavoro. Nel corso del 2022, i licenziamenti sono aumentati del 9,74% rispetto al 2020, per un totale di 1,25 milioni di dimissioni. Questo rappresenta un aumento del 24% rispetto al 2019, prima dell’epidemia da Covid. L’Osservatorio INPS sul precariato ha offerto una panoramica completa sullo stato del mercato del lavoro italiano.
È interessante notare che si è verificato un aumento significativo dei licenziamenti economici, ossia che non dipendono dai comportamenti dei lavoratori ma dalla riorganizzazione aziendale: +40,89% sul 2020, per un totale di 377.423. Tuttavia, va sottolineato che il confronto è con un anno nel quale vigeva fino al 30 giugno 2021 il blocco dei licenziamenti a causa dell’emergenza economica legata alla pandemia. Rispetto al 2019, quando i licenziamenti erano 504.264, si è registrato un calo del 25,15%. I licenziamenti disciplinari sono aumentati sia rispetto al 2020 (+10.000) che rispetto al 2019 (+36.000).

In generale, nel 2022, le cessazioni di rapporti di lavoro sono state pari a 7.617.000, in aumento del 16% rispetto allo stesso periodo del 2021. Questo aumento ha riguardato tutte le tipologie contrattuali: contratti intermittenti (+27%), contratti a tempo determinato, contratti stagionali (+18%), contratti in apprendistato (+14%), contratti a tempo indeterminato (+12%) e contratti in somministrazione (+11%).
Il saldo finale per il mercato del lavoro nel 2022 è stato positivo, con un aumento di 441.242 unità. Nel corso dell’anno, sono stati attivati 8.058.560 contratti di lavoro (+11% rispetto al 2021) mentre ne sono cessati 7.617.318.

La crescita delle assunzioni ha interessato tutte le tipologie contrattuali, risultando accentuata sia per i contratti a tempo indeterminato (+18%), sia per le diverse tipologie di contratti a termine (intermittenti +16%, apprendistato +11%, tempo determinato e stagionali +10%, somministrati +5%). In particolare, nel 2022 si sono registrati 336.455 contratti stabili in più rispetto al 2021 (al netto dei somministrati e degli intermittenti). Le assunzioni a tempo indeterminato sono state 1.374.342, mentre sono state 864.661 le trasformazioni in contratto stabile.