Blocco Studentesco nella notte ha ben pensato di cambiare diversi nomi di vie di città dell’Abruzzo. Ricordiamo che si tratta di un movimento interno a CasaPound, di estrema destra con chiari riferimenti alle frange neofasciste di tutta Europa se non dell’intero globo. Di seguito le loro dichiarazioni sugli atti della notte:
“Le nostre vie sono inni alla gioia, al saper vivere, alla pazzia e all’eros, le nostre piazze esempi di politicamente scorretto in questo tempo di neo-bigottismo sanitario. Ci dispiace per chi si sentirà offeso dal nuovo nome che abbiamo scelto per la sua via di casa: il nostro scopo non è quello di distruggere, ma di dare nuove voci alle nostre città annoiate.
Un’azione che porta in sé la provocazione di chi è stufo di modelli e nomi antiquati, ridondanti, buoni solo a perseguitare gli studenti alle interrogazioni, e la volontà di chi vuole costruire l’Italia di domani con nuove pietre. Abbiamo scelto nomi forti, in tutti i sensi, nomi che ci piacciono. Punto e basta.
È passata qualche settimana – inizia la nota del fulmine cerchiato – da quando il sindaco di Cinisello Balsamo ha deciso di dedicare una piazza a Gionata Boschetti, in arte Sfera Ebbasta. Nulla da ridire al caro sindaco: meglio uno Sfera Ebbasta qualunque che un’ennesima piazza della Repubblica o piazza 25 aprile. Siamo rimasti folgorati dall’esempio di Cinisello e abbiamo deciso di partecipare anche noi a questo rinfresco alla toponomastica del Bel Paese.
Se l’unico criterio per intitolare una piazza è l’arbitrio puro e semplice, abbiamo pensato che fosse meglio il nostro piuttosto che quello di qualche sindachetto in cerca di pubblicità: infatti, le nostre piazze portano nomi di poeti, politici, avventurieri, personaggi di fantasia, attrici e star della musica. Le nostre vie sono inni alla gioia, al saper vivere, alla pazzia e all’eros, le nostre piazze esempi di politicamente scorretto in questo tempo di neo-bigottismo sanitario. Ci dispiace per chi si sentirà offeso dal nuovo nome che abbiamo scelto per la sua via di casa: il nostro scopo non è quello di distruggere, ma di dare nuove voci alle nostre città annoiate.
Un’azione che porta in sé la provocazione di chi è stufo di modelli e nomi antiquati, ridondanti, buoni solo a perseguitare gli studenti alle interrogazioni, e la volontà di chi vuole costruire l’Italia di domani con nuove pietre. Abbiamo scelto nomi forti, in tutti i sensi, nomi che ci piacciono. Punto e basta, senza doppi sensi o ipocrisie ideologiche. Perché lo abbiamo fatto? Perché una generazione rinchiusa nelle mura imbottite della propria stanza ha bisogno di visionari, sognatori, di eroi e anche di canaglie. Oggi c’è bisogno di realtà, non di illusionisti a misura di DPCM”.
di Matteo Giacca