Con la decisione di ieri presa dal Consiglio dei ministri vengono varate nuove misure e modifiche al dossier Superbonus. Le nuove misure, che bloccano la cessione del credito e lo sconto in fattura, preoccupano le associazioni di imprese che a gran voce avvertono: si rischia il tracollo di famiglie ed aziende.
Le nuove misure del Superbonus
A suscitare scompiglio e preoccupazione sono le nuove misure della manovra. Si spegne la breve esperienza di enti pubblici di acquistare i crediti ristagnanti e, con gli ulteriori blocchi di cessione e sconto in fattura, si cerca di risolvere un nodo crediti che ha ormai sfondato la soglia dei 110 miliardi.
Il ministro Giancarlo Giorgetti è sicuro che questa misura frenerà le incongruenze che la gestione del superbonus ha finora generato, andando a costare su ogni italiano circa 2000 euro.
Il settore edilizio sul piede di guerra
La preoccupazione delle aziende mette il settore edilizio sul piede di guerra. La manovra, per come era stata concepita, poteva anche essere modificata e forse necessitava di modifiche gestionali, ma non in un modo così drastico. Ciò che preoccupa così tanto le associazioni di categoria è appunto il vuoto che questo stop porterà in un settore già abbastanza in crisi. Intere aziende e famiglie rischiano il tracollo per una manovra che sarebbe potuta essere sicuramente diversa. La presidente dei costruttori Federica Brancaccio rincara la dose in cdm: “Se, come sembra in queste ore, il Governo bloccherà per sempre la cessione di nuovi crediti senza aver individuato prima una soluzione per sbloccare quelli in corso vorrà dire che si è deciso di affossare famiglie e imprese”.
Resta solo la strada della detrazione d’imposta
Da subito ci sarà lo stop totale di sconto in fattura e cessione del credito. Resta solo la strada, per i nuovi interventi, della detrazione d’imposta. Ora a gestire la situazione del buco di 110 miliardi potrebbero essere le banche, come ha sottolineato il ministro Giorgetti. Questo anche grazie a minori responsabilità in carico, una maggiore “circolarità giuridica” ed altre misure e azioni che permettano di far ripartire le cessioni dei crediti, un ruolo più incisivo delle imprese pubbliche nell’acquisto degli stessi e contatti per risolvere eventuali problemi successivi nelle norme. Se questa sia una manovra giusta economicamente ce lo dimostrerà soltanto il tempo, nel frattempo rimane l’amarezza di aver affossato l’ennesimo aiuto a famiglie e imprese per una cattiva gestione e una poca chiarezza delle misure.