Il batterista Jazz Emiliano Barrella: «Per me la musica è una missione»

Redazione Informare 16/09/2017
Updated 2017/09/16 at 4:37 PM
4 Minuti per la lettura

Emiliano Barrella è un giovane musicista del litorale domitio. Laureato in musica jazz al Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli prima, e al Conservatorio di La Spezia poi, è uno dei pochi batteristi a essere specializzati in jazz in Italia.

Ci ha prima di tutto raccontato i suoi esordi: «A 11 anni dissi a mio padre di voler suonare la batteria – comincia – presi le prime lezioni, conseguendo il diploma alla “Fredy Malfi School” nel 2008. Nel frattempo seguivo un altro corso di armonia e musica d’insieme. Nel 2008 conseguii quindi anche il diploma in jazz performing presso la Scuola Civica di musica di Capannori (Lucca). Nel 2010 perfezionai i miei studi seguendo i corsi di John Riley, e nel 2013 seguii un master di perfezionamento in musica jazz».

Emiliano è un fiume in piena, e ci dice che attualmente suona in 5 formazioni: la prima, Quartieri Jazz, che si esprime sul territorio napoletano ma anche all’estero. «Uscirà il 30 settembre il disco “Le 4 giornate di Napoli”– racconta – c’è un richiamo storico legato al territorio, e uno a Pino Daniele. Proviamo a portare avanti il suo insegnamento: la commistione tra i generi». Infatti quando si chiede ad Emiliano che musica faccia, risponde: «Faccio world music. La matrice è jazz, ma mettere confini netti non è facile». Il secondo progetto, Michele Marini Organic Trio, lo porta una settimana al mese in giro per l’Italia: «Gli altri 2 componenti sono pistoiesi. Stiamo preparando un nuovo album che uscirà nel 2017. Questo trio è molto attivo, il nostro disco “Change Mood” è stato premiato come miglior disco jazz al MEI di Faenza 2015».

Poi c’è il progetto “Migrà” con il cantautore Emanuele Ammendola: «Questo disco, che affronta il tema dell’immigrazione a 360°, uscirà a settembre, mese in cui saremo anche alla semifinale del Premio De Andrè». Playground Project è invece un trio composto da batteria, basso elettrico e pianoforte. «É nato un anno e mezzo fa, e quest’inverno abbiamo vinto il Piacenza Jazz Festival. L’album uscirà l’anno prossimo». L’ultima formazione di cui fa parte è Na_Bossa, nata da un anno e composta da voce, tastiera e batteria: «É un trio particolare ideato dal cantante Robin Grasso, ad oggi impegnato negli USA, che mescola musica tradizionale napoletana e brasiliana». Emiliano ci rivela un’altra peculiarità che lo contraddistingue, cioè il suo prediligere set di batteria nati da un’attenta ricerca: «Questa mia ricerca è stata notata da un’azienda di Chioggia, che ha deciso di sponsorizzarmi».

Cos’è per te la musica? «É il mezzo più efficace di connessione con gli altri, un linguaggio che non lascia spazio a fraintendimenti, ma fa vibrare insieme musicisti e ascoltatori, consentendo di percepire il senso di unitarietà della vita. La musica è il mio percorso di vita, il faro che mi guida per provare ad essere una persona migliore». Alla domanda sulle aspettative per il futuro risponde: «Quello che suono è quello che sono, e sono quello che vivo. Non disdegnerei un’opportunità lavorativa all’estero, ma per tornare qui arricchito. Per me la musica è soprattutto una missione: l’obiettivo è provare a cambiare la storia di chi verrà dopo di noi creando un movimento culturale che a Napoli, fucina di musicisti straordinari, è già in atto». Emiliano è un artista, e come tale non prescinde da sogni e ideali che condividiamo, auspicando che questo cambiamento culturale di cui parla possa realizzarsi.

di Valeria Vitale

Tratto da Informare n° 160 Agosto 2016

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