Greenwashing

Basta greenwashing, UE pronta al contrasto

Chiara Del Prete 20/05/2023
Updated 2023/05/19 at 11:44 PM
4 Minuti per la lettura

C’è troppa scelta sul mercato, troppi prodotti in vendita e in molti vogliono acquistare in sicurezza articoli non nocivi per l’uomo e l’ambiente. Allora come indirizzare il consumatore a fare scelte ecologiche e incoraggiare allo stesso tempo le aziende ad offrire prodotti sostenibili? Serve riformulare il sistema perché una dicitura che allude a tutto ciò esiste già: è il greenwashing ad arrecare più danni che benefici.

Il neologismo inglese si è da sempre fatto beffa del pubblico, ignaro della sua natura. L’ecologismo o l’ambientalismo di facciata convince molti ad acquistare prodotti solo perché su di essi è apposta una dicitura che richiama all’aspetto green. Considerabile altresì come una pura strategia di marketing comunicativo, resta un atto ingannevole. 

Come contrastare il greenwashing?

L’Unione Europea ha dato il lasciapassare a normative che regolino e chiariscano lo status dei prodotti in commercio. Si tratta di una posizione negoziale che il Parlamento Europeo ha deciso di attuare sulla proposta di “Direttiva sulle indicazioni ecologiche” presentata dalla Commissione nel marzo 2023. La Commissione vuole agire per rispondere all’esigenza di informazioni affidabili e verificabili per i consumatori.

Da un recente studio effettuato proprio dalla stessa Commissione, più della metà delle dichiarazioni verdi delle aziende nell’UE sono vaghe o fuorvianti. In più il 40% di queste risultano completamente prive di fondamento. Da ciò l’urgenza di una proposta a beneficio del consumatore che potrà garantire di articoli ecologici a tutti gli effetti. L’intenzione è di fornire informazioni più chiare per scegliere prodotti e servizi rispettosi dell’ambiente.

Anche le imprese intenzionate a migliorare per davvero la sostenibilità ambientale dei loro prodotti ne gioveranno. Saranno riconosciute con più facilità e per questo saranno premiate dai consumatori che le sceglieranno. Nella proposta si chiede di presentare dichiarazioni esplicite, non basterà più apporre frasi come: “T-shirt realizzata con bottiglie di plastica riciclata” oppure “protezione solare rispettosa degli oceani”.

Notizie da Bruxelles

Con 544 voti a favore rispetto a 18 contrari, il Parlamento Europeo ha approvato la proposta per contrastare il greenwashing. Espressioni come ‘eco-friendly’, ‘naturale’, ‘climate neutral’, ‘green’ o ‘biodegradabile’ diventeranno presto illegali in assenza di prove dettagliate e verificate. Potrebbero essere vietati anche i messaggi di sostenibilità basati esclusivamente su programmi di compensazioni delle emissioni di CO2.

Per combattere l’obsolescenza programmata il parlamento EU ha inoltre votato per vietare progetti di design che riducono la durabilità e/o la riparabilità dei prodotti. Si attende solo la negoziazione finale con il Consiglio della UE per la definizione della direttiva finale.

È fondamentale informare chi acquista sul ciclo di vita produttivo di quel prodotto e di tutte le sfaccettature che lo rendono abile alla messa in vendita. Un gesto di correttezza nei confronti di chi spende è una grande possibilità per le aziende di migliorare la propria trasparenza. Per l’uomo resta un grande passo per limitare l’impatto delle sue scelte consumistiche sull’ambiente.

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