Badizo Trekking

Badizo Trekking, i passi e la voce dell’altro

Martina Amante 08/10/2023
Updated 2023/10/07 at 4:45 PM
5 Minuti per la lettura

Creare ponti di contatto lì dove sembrano esserci muri di diversità, è questo l’obiettivo di Badizo Trekking, associazione nata nel Gennaio 2021.

Nel 2020 alcuni dei fondatori, facendo il cammino di Santiago, decisero di proporre l’esperienza di un cammino per avvicinare le persone dopo il periodo di difficoltà dovuto al Covid-19, potendo riscoprire il vivere con armonia nella natura. Dall’idea iniziale iniziano a realizzare escursioni perseguendo finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale attraverso i loro passi e la loro voce condividendo insieme la bellezza del cammino.

L’associazione si sta anche occupando del tracciamento dei sentieri campani adatti a speciali carrozzine (K-Bike), per creare una vera e propria rete sentieristica accessibile.

Il cammino di Santiago

Altra esperienza di successo è il Cammino Solidale Inglese in Galizia dal Ferrol fino a Finisterre – Muxia, concluso il 25 agosto, per raccogliere fondi per l’Associazione “A Ruota Libera Onlus”, un’associazione fondata a Napoli nel 2007 da Luca Trapanese, assessore al comune di Napoli per le pari opportunità, per offrire a persone disabili, in età post scolare, l’opportunità di socializzare, di coltivare i propri talenti e di integrarsi nella comunità. 

Questi ragazzi hanno scritto attraverso laboratori di scrittura creativa 12 storie, non solo testi ma anche recitazioni teatrali, che hanno caratterizzato le tappe di questo cammino.

I responsabili di Badizo Trekking Antonio De Martino, Bruno Schiano, Anna Catone, Luigi Caputo, Marianna Bucciero, Maria Perrotti e Gaetano Puca, con un lavoro durato quasi un anno, hanno organizzato il cammino solidale e doppiato e montato questi testi.

«L’idea era che loro potessero camminare attraverso noi» afferma il vice-presidente di Badizo Trekking Bruno Schiano. «Il nostro obiettivo finale è quello di rendere accessibili i cammini – per ora l’idea era che noi potessimo essere i loro passi e la loro voce. Ogni giorno abbiamo letto una di queste storie che abbiamo poi montato in video e pubblicato sui nostri canali social».

Una voce alle storie degli altri grazie a Badizo

Un modo per diffondere le istanze dei ragazzi con disabilità, che molto spesso non vengono ascoltati,  queste storie hanno fatto partire nei “pellegrini” un momento di riflessione personale. Storie personali, che sono anche un po’ le nostre, ci riconosciamo nelle stesse emozioni: la paura, il piacere, la difficoltà di relazionarsi col proprio corpo, l’amore… ciò che tutti noi consideriamo “facile” e invece per altri può essere una montagna da scalare. 

Il racconto, ad esempio, di due ragazze omosessuali con disabilità (sono volute rimanere anonime) che vivono la loro storia d’amore, libere di farlo nell’associazione ma non fuori:

«Siamo due ragazze disabili, ci portiamo dietro già questo stigma, scoprirsi anche lesbiche ci ha inizialmente stravolto la vita. Troppe spiegazioni, troppe domande, troppi dubbi, troppe persone che volevano mettere bocca nella nostra storia. Ci siamo nascoste per tanto tempo, è stato difficile portare alla luce i nostri sentimenti. Poi, un giorno finalmente, abbiamo avuto il coraggio di aprirci. Ricordiamo perfettamente quel momento all’interno dell’associazione, è lì che abbiamo trovato sempre delle orecchie, degli occhi e dei cuori che ci hanno viste per quelle che siamo, senza mai giudicare le nostre scelte. Ci siamo sentite accolte e al sicuro, tanto da vivere finalmente la nostra relazione allo scoperto».

«Con questo brano abbiamo potuto parlare della semplice bellezza del loro amore, pur nella doppia condizione di pregiudizio sociale che si trovano ad affrontare».

Il cammino che lega

Lungo il viaggio con prima tappa a Ferrol fino ad arrivare a Fisterre – Muxia, passando ovviamente per Santiago, si sono susseguite le storie di questi ragazzi, accompagnate da un ora di riflessione personale durante il cammino. 

«Quando si cammina in gruppo si parte con una certa voglia di stare soli, ognuno parte con le sue motivazioni e volontà, il condividere ogni giorno le difficoltà ed i dolori fisici del cammino con solo il rumore dei propri passi ha creato una chimica tra i partecipanti pazzesca! Dopo solo cinque giorni, all’arrivo a Santiago, già molti avevano le lacrime agli occhi. Si è creata un’empatia enorme tra le persone, anche tra quelle che sembravano più reticenti a condividere sé stesse con gli altri. È stato bello aprirsi lentamente, e scoprire come le storie personali dell’altro siano diventate un po’ le nostre».

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