Angela Saulino fu una mia carissima amica. La sorella maggiore che non ho mai avuto. Lei e il suo compagno Giuseppe Del Prete, mi hanno accolto nel mondo dell’associazionismo e hanno creduto in me. Adesso che Angela non è più qui con noi, volevo in qualche modo onorare e raccontare quel suo pezzo di mondo. Il suo tempo, Angela lo dedicava agli altri. Ho conosciuto Carlo Cotticelli, Presidente della Onlus ACFFADIR, una Associazione di cui Angela faceva parte e che oggi la ricorda con affetto e nostalgia come una ragazza dal cuore d’oro. Dal 2009, l’Associazione opera a favore delle persone con disabilità intellettiva e relazionale della provincia di Caserta e dell’Ambito Territoriale Sociale C8 con il Comune di Santa Maria Capua Vetere capofila. In particolare, ACFFADIR orienta la propria attività nei settori dell’assistenza sociosanitaria, della formazione e della tutela dei diritti umani e civili. Durante questi anni, l’Associazione ha attivato e garantito un “sistema di servizi e di attività”, finalizzato ad assicurare la centralità della persona con disabilità e il pieno godimento dei diritti umani e delle libertà in condizione di uguaglianza con gli altri, puntando su una inclusione sociale in tutti gli ambiti di vita.
“QUASI AMICI” E “MEA DOMUS”
Carlo Cotticelli è un uomo del fare che lancia i suoi operatori in prima linea. Intervistandolo, ho capito che è una persona con una visione. Avere una visione, nell’ambito settore in cui opera con ACFFADIR, può portare a guardare le cose da una prospettiva diversa. Ha ideato, insieme alle ragazze del personale della Onlus, molte iniziative che vanno in questa direzione. Abbiamo parlato di due progetti in particolare: uno realizzato e che sta andando avanti con successo, “Quasi Amici” e un altro da realizzare “Mea Domus”. Entrambi, mirano al potenziamento delle autonomie personali delle persone con disabilità intellettiva e relazionale e con disturbo dello spettro autistico. «Con il progetto “Quasi Amici”, il nostro obiettivo era quello di porre le basi per innescare un meccanismo per cui i ragazzi si abituano a delle uscite dedicate al tempo libero. Le famiglie capivano che i loro figli, supportati e controllati dal nostro personale, potevano fare le stesse attività di tutti gli altri: andare al cinema, fare una gita sulla neve o andare in pizzeria. Da genitore e da Presidente di ACFFADIR, ho capito nel vissuto quotidiano quello che serve a queste persone. Avendo mio figlio autistico, ho pensato ad un solco nuovo sul quale operare. Oltre alle attività ludiche e sportive, capisci che questi ragazzi crescono e serve pensare ad un “dopo di noi”…».
HOUSING SOCIALE: INTEGRAZIONE E AUTONOMIA NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI
Ma nel concreto, come si possono creare le basi dove questi ragazzi inizino a sviluppare una loro autonomia? La fase del “durante di noi” con il progetto “Quasi Amici”, segnava l’inizio di un percorso che, gradualmente, potesse abituarli a svolgere una vita indipendente, per poi guardare al loro futuro e quindi ad un “dopo di noi”. L’idea è anticipata da una sua riflessione: «Perché non vedere una sistemazione futura per mio figlio durante la mia vita e non sapere invece cosa gli succederà dopo quando non ci sarò più? Noi genitori spesso non sopportiamo il distacco dai nostri figli. Però, bisogna ammettere che non siamo eterni. Il progetto “Mea Domus” prevede la realizzazione di un percorso di graduale distacco dai genitori e di un ambientamento all’interno di una dimensione abitativa nuova. Si tratta di “Housing Sociale” e l’appartamento ospiterà un massimo di tre utenti e un operatore in zona Ospedale Melorio a Santa Maria Capua Vetere, con tutti i servizi presenti nel quartiere. Integrazione con il contesto che li circonda e autonomia nella vita di tutti i giorni: queste sono le nostre finalità».
In questa abitazione, saranno rispettate tutte le disposizioni vigenti in materia di sicurezze e assicurazione. Inoltre, è previsto un sistema di domotizzazione, anche con il supporto di Alexa, per favorire le autonomie e consentire agli operatori di occuparsi dell’assistenza e della gestione dell’appartamento. L’abitazione è dotata di videosorveglianza che sarà a disposizione delle famiglie. «L’attività è in work in progress, ma già l’ho sperimentata con mio figlio. Lui si sta abituando a questa condizione. Gli operatori provengono da diversi percorsi, sono operatori multitasking pronti a qualsiasi tipo di emergenza. Spesso e volentieri sono donne. Loro hanno una diversa sensibilità poiché non è un lavoro che possono fare tutti. Hanno imparato sul campo e si sono formate anche grazie alla loro empatia».