Inizia da assistente fotografa, approccia come autodidatta per poi realizzare shooting di moda e scatti da copertina. Lorenza De Marco è la promettente fotografa che, supportata dal suo team, studia ed analizza i miglior concept da immortalare. Tra i volti noti dei suoi scatti c’è l’ingegnere sui tacchi a spillo Mark Bryan e l’influencer napoletana Valeria Angione.
Qual è la parte più divertente del tuo lavoro?
«La libertà, gli editoriali di moda che ho realizzato sono lavori personali quindi sono molto libera. Scelgo personalmente i modelli e li propongo al mio team. Collaboro con la make-up artist Fabiana Finaldi e le stylist Valeria Iodice e Rossella Ogliarulo, insieme ragioniamo su cosa vogliamo ottenere. Gran parte dei progetti che più mi hanno resa fiera sono frutto di un importante confronto di visioni estetiche tra di noi».
Come nasce il progetto dietro un editoriale di moda?
«Può nascere da un’idea personale altrimenti capita che sia contattata da modelle o aspiranti modelle che vogliono collaborare. Lavoriamo sulla valorizzazione del soggetto e sugli elementi finalizzati alla realizzazione, si fa un vero e proprio studio».
Come cambia la cura al dettaglio in questo tipo di editoriale?
«La cura al dettaglio è sempre finalizzata a realizzare un’immagine con significato. Varia da shooting a shooting, io non mi soffermo tanto sull’aspetto tecnico della fotografia. È più un seguire le sensazioni, mi sento libera di assecondare le suggestioni che una location o una persona mi trasmette».
Da fotografa come valorizzi i tuoi soggetti?
«Io non credo che ogni modello possa star bene ovunque quindi va pensato lo scenario e lo styling in base alla figura. Poi mi lascio trasportare e ciò capita anche a chi è di fronte l’obiettivo: sul set i modelli acquistano quella self confidence che gli consente di essere spontanei. Il feeling che si crea con il soggetto aiuta a realizzare foto più reali. Certo, nelle foto di moda poco viene lasciato al caso, sono immagini impostate e dettagliate ma c’è sempre spazio per le emozioni».
Scattare Mark Bryan è stata una bella esperienza?
«Durante le vacanze di Natale ho avuto la fortuna di scattare Mark Bryan. Era a Napoli per lavoro, abbiamo pensato di chiedergli se gli andasse di fare due scatti. Ci siamo dati appuntamento all’alba pur di non perdere l’occasione. L’ho fotografato in giro per Napoli e lui ha camminato per il centro storico con tacchi altissimi. È stato super contento del risultato finale e lo ero anch’io. Il suo è un messaggio di inclusività: un uomo in pose non femminili, super mascolino che porta abiti da donna e si sente sé stesso. Mark Bryan è esattamente questo e nelle mie foto traspare il suo essere».
Post-produrre le immagini è il segreto dietro il successo dei social?
«Sì, penso che nel mondo degli influencer ci sia parecchia post-produzione e ciò porta a degli standard inarrivabili. Anche le pose non sono mai rilassate o naturali. C’è una forte costruzione, idealmente sarebbe meglio valorizzare la normalità. Per fortuna stanno nascendo parecchi profili che cercano di scardinare queste illusioni dettate dai social, non è reale quello che si vede online».
di Chiara Del Prete
TRATTO DA MAGAZINE INFORMARE
N°218 – GIUGNO 2021