Artisti e intelligenza artificiale

Artisti e intelligenza artificiale: una battaglia senza fine?

Sara Marseglia 19/04/2023
Updated 2023/04/19 at 4:47 PM
4 Minuti per la lettura

La battaglia continua tra artisti e intelligenza artificiale continua senza sosta. Qualche giorno fa si è tenuta la cerimonia di premiazione di uno dei più prestigiosi premi di fotografia del mondo, i Sony World Photography Awards. Una delle categorie era stata vinta dal fotografo tedesco Boris Eldagsen. Quest’ultimo però ha deciso di non ritirare il premio, scatenando forti polemiche.

La fotografia vincitrice: la negazione dell’opera

La fotografia vincitrice si chiama “The Electrician”. Rappresenta due donne, una dietro l’altra, usando un tono seppia che ricorda antichi album di famiglia. La foto fa parte del progetto “Pseudoamnesia – Fake Memories”, in cui il fotografo ha esplorato la creazione di foto antiche verosimili attraverso l’intelligenza artificiale. Dunque, in questo modo, Eldagsen rappresenta un passato mai immortalato proprio perché mai esistito. Quest’opera visiva è in grado di manipolare retrospettivamente il passato da un punto di vista estetico, facendoci dubitare della sua veridicità. Per quanto riguarda il processo creativo, è portato avanti combiando diversi generatori di immagini di AI, mixando i processi di “inpainting”, “outpainting” e “prompt whispering”. A tal proposito il fotografo ha affermato: “Proprio come la fotografia ha sostituito la pittura nella riproduzione della realtà. l’IA sostituirà la fotografia. Non abbiate paura del futuro”.

L’impossibilità di competizione tra artisti e intelligenza artificiale

Eldagsen è noto in Germania come uno dei maggiori conoscitori di questo tema. Ha deciso di partecipare al concorso proprio per constatare, come già pensava, che i concorsi di fotografia non sono fatti per far competere le AI. “Le immagini di intelligenza artificiale e la fotografia non dovrebbero competere tra loro in un premio come questo. Sono entità diverse. L’IA non è fotografia”. Questo è quanto da lui dichiarato subito dopo aver rinunciato al premio. Ovviamente, questo non significa che l’AI non debba essere accolta nel mondo dell’arte nell’opinione del fotografo, semplicemente che i due campi vanno separati. Di fatti, nello spiegare il proprio ruolo nella creazione di immagini con AI, chiarisce di sentirsi a metà tra un regista ed un direttore artistico. Il processo creativo che c’è dietro è molto complesso: inizia dall’affinare i prompt text per poi trovare il giusto mix tra diverse tecniche e piattaforme.

Eldagsen non aveva comunicato al concorso Open i dettagli sulla natura della sua opera. I problemi sono iniziati solo dopo: una volta riferita la creazione tramite AI, la Sony aveva, senza commentare troppo, comunque confermato il premio. Così, il fotografo, invitato sul palco dell’Hilton aveva rinunciato al premio. Pochi giorni dopo, il suo lavoro era stato rimosso dal sito. “Non intendevo fare lo stronzo o essere scortese fin dall’inizio, ma sono sinceramente interessato a come questo influenzerà la scena fotografica, e di questo bisogna parlarne.” Dalle sue parole traspare la tristezza di chi sa che il proprio gesto non è stato compreso. “Potrebbe essere stato un bel momento di PR anche per loro, aggiungere nuove regole o nuovi elementi ai premi, ma non ne parlano.” Il dibattito sulle AI ha ancora un lungo cammino davanti.

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