Lo scorso luglio Napoli è stata protagonista dell’Art Performing Festival dal 14 luglio al 7 agosto 2017. Le arti performative sono forme artistiche, che toccano il sociale, in cui l’opera consiste nell’esecuzione di un determinato insieme di azioni da parte dell’artista di fronte ad un pubblico. L’espressione artistica è veicolata soprattutto dall’uso del corpo dell’artista – a differenza delle altre forme artistiche, in cui l’opera è costituita o mediata soprattutto da oggetti extracorporei. Le principali forme di arti performative sono la danza, la musica, il teatro, forme secondarie sono l’illusionismo, il mimo, il teatro dei burattini, l’arte circense.
Ad ideare ed organizzare questo festival, oggi alla sua seconda edizione, è Gianni Nappa con l’aiuto di Celeste Ianniciello, Ulderico e Valerio Falcone. La manifestazione è stata promossa dallo studio di marketing e comunicazione GlobalStrategies di Ester Esposito.
Moltissime performer negli anni ’60 e ‘70, hanno utilizzato il loro corpo come strumento per rappresentare la libertà della società. Il mood dell’Art Performing Festival di quest’anno è femminile, ancora in cammino su una retorica di uguaglianza femminile non esistente, la donna che entra sempre più anche in ambito politico. Un altro tema del festival è la madre terra che ci accoglie e ci genera, e il mare mediterraneo. È stato un mese di mostre e performance, che hanno trattato queste tre tematiche molto importanti, con la partecipazione di molti artisti provenienti sia da Napoli che da altre località.
Napoli performing festival è l’unione di una rete, la capacità di essere uniti in città al superamento di quelle vecchie divisioni di memoria cumana e greca, che fa di questa città tante particelle che lavorano distinte l’una dall’altra.
Madrina dell’evento è stata l’ex ballerina Barbara Petrillo, affermando, durante l’inaugurazione del festival, di sostenere le arti performative ed «È importantissimo, che a Napoli città di arte e di artisti, cornice ideale quindi per il Napoli performing festival. È ancora difficile oggi giorno per la donna avere quella parità di genere che ci spetta di diritto. L’arte contemporanea si esprime attraverso il sociale e i nostri artisti mandano il loro messaggio». Era presente anche Roberta Gaeta, assessore delle politiche sociali al comune di Napoli, che si occupa di violenza di genere, di maternità, di bambini, il suo intervento si è basato sulla connessione tra l’arte e il sociale, l’attualità, della dimensione della donna e del suo ruolo. Al termine della serata Gianni Nappa, ha presentato la performance “Si nù baccalà” dell’artista Ulderico di Domenico con Gabriella Grossi al sassofono.
di Maria Grazia Scrima
Foto di Gabriele Arenare