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Arriva al Teatro Bellini un’intera stagione dedicata ai più piccoli

Luisa Del Prete 05/11/2021
Updated 2021/11/05 at 5:31 PM
7 Minuti per la lettura

Un’intera stagione dedicata ai piccoli e piccolissimi, numerosi spettacoli per una fascia d’età che molto spesso risulta dimenticata, o quasi, dai teatri. Ed è così che nasce la stagione “Kids” al Teatro Bellini di Napoli ed a raccontarla sono proprio i curatori di questa stagione ovvero Sebastiano Coticelli e Simona Di Maio della Compagnia “Il Teatro nel Baule”.

Avvicinare i bambini al teatro è una cosa così necessaria, ma di cui non ci rendevamo conto di aver bisogno. Com’è nato questo progetto?

«Era da anni che volevamo creare un progetto per famiglie e per bambini. In questo caso è nato per volontà nostra, ma soprattutto con l’aiuto ed il sostegno di Daniele e Gabriele Russo del Teatro Bellini di mettere in scena questo nuovo settore: un’intera stagione “for kids”. E questo ci ha permesso di rendere il “Teatro per bambini” non più un qualcosa di Serie B, ma un qualcosa di radicato, di molto profondo, che crea anche un nuovo modo di fare spettacolo, di comunicare e di dialogare con l’infanzia. Il progetto nasce quest’anno con il Bellini però noi frequentiamo questa fascia “kids” da oltre dieci anni. Una cosa a cui teniamo molto è che non si dica che i bambini sono “il pubblico del domani” perché i bambini sono il pubblico d’oggi, con le loro complessità, le loro gioie, i loro sogni e ciò che vivono i bambini è legato strettamente a ciò che vivono gli adulti. Si va ad immergerci in un presente molto forte».

Una stagione che era già stata presentata lo scorso anno ma che purtroppo, causa Covid, è riuscita a portare in scena soltanto uno spettacolo. Quest’intera stagione dedicata ai bambini che tipo di riscontro ha avuto e, soprattutto, come vi sentite in merito a questa sfida futura?

«L’anno scorso abbiamo fatto solo uno spettacolo: era un nostro debutto ed andò benissimo perché riuscimmo a riempire la sala, nel limite ovviamente delle normative Covid. Quindi quella di quest’anno è realmente una sfida e ci sentiamo molto positivi. Riteniamo che è un settore davvero poco curato al Centro storico quindi siamo ottimisti. Andiamo ad aprire un varco anche per i piccolissimi di fascia 1-3 anni; la nostra idea è che sia un teatro per tutti. Parlare di infanzia e di famiglie significa entrare in contatto con un processo ed i numeri cominciano già a farsi sentire perché stiamo ricevendo molte mail di richiesta per spettacoli e per laboratori. Sentiamo un grande fermento però la cosa più importante è far bene il nostro lavoro, perché sentiamo la necessità di farlo proprio per la società del nostro pubblico. La seconda cosa importante è tenere sempre conto non dell’evento, ma del processo. Miriamo ad una progettualità, partendo dall’oggi e presentando una stagione al Bellini, portando spettacoli di qualità e pensando a fare bene nel futuro».

Dei bambini che sono abituati ai tempi veloci, alla tecnologia ed alla rapidità della navigazione online fin da subito. Quanto è importante avvicinarli al teatro e, dunque, ad un qualcosa che detta tempi lenti e gli permette di rallentare e riflettere nel loro modo di stare?

«Entrare a teatro ci dà la sensazione di respirare e, allo stesso tempo, richiama all’attenzione con il silenzio. Dopodiché parte il gioco e il saper “stare” ed il sapersi meravigliare sarà anche compito nostro nel riuscire a creare l’ambiente giusto, al di là del luogo. Il mezzo è il messaggio. È molto diverso quando c’è un’esperienza del genere: si spengono le luci, sei in un teatro e lì parte un mistero. C’è tutto un rito importantissimo che si basa sul pre-spettacolo e che crea la magia dell’attesa verso ciò che sta per accadere sul palco. Ed i bambini sono molto intelligenti e sono capaci di gestirsi perché sanno che in quel momento è qualcosa di diverso. Poi, ovviamente, il tutto sta anche nella bravura di chi è in scena nel dare il ritmo giusto e tenere alta l’attenzione».

Soffermandoci, dunque, sui bambini come spettatori: è un pubblico più o meno esigente di quello degli adulti?

«Assolutamente sì. È molto più difficile come pubblico perché è molto più sincero e non ha la costruzione che possiamo avere noi adulti. Preparare uno spettacolo per bambini è molto complesso perché devi essere consapevole della serie di esigenze che hanno i bambini che sono quelle dello stupore e della meraviglia. Infatti, anche il mondo degli attori e registi del “Teatro ragazzi” è diverso dal “Teatro classico” perché ha sì delle linee comuni, ma ha anche delle sue specificità. Noi vediamo quanto è importante per loro (gli stessi attori, drammaturghi e registi) stare a contatto con questo Teatro perché ti impone di ricordarti un dialogo con il pubblico. I virtuosismi non te li puoi tanto permettere o se te li puoi permettere deve essere un gioco che richiama la giusta attenzione ed è un bellissimo allenamento che ti fa concentrare sul destinatario».

Un breve sguardo alla stagione che presenterete: l’età è molto varia, dai 0 anni a salire. Qual è l’obiettivo e c’è uno spettacolo a cui tenete particolarmente e che porterete in scena?

«Abbiamo presentato la stagione fino a dicembre ed a novembre uscirà la seconda parte. Teniamo tantissimo a tutti gli spettacoli e volutamente non abbiamo inserito nostre produzioni, forse solo una su sedici spettacoli in scena perché crediamo che il panorama del Teatro ragazzi in Italia sia davvero molto interessante. Numerosi gli spettacoli da Cenerentola a Spot, che è uno spettacolo proprio per i piccolissimi, fino ai concerti di Natale. Ma non solo spettacoli, anche free exploration, laboratori e tanto altro e non solo in Sala Grande, ma invaderemo tutti gli spazi del Teatro Bellini. Sarà una vera e propria magia».

di Luisa del Prete

TRATTO DA MAGAZINE INFORMARE

N°223 – NOVEMBRE 2021

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