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Antisemitismo, leggi razziali… e quel discorso fondante sulla Costituzione

Donato Di Stasio 27/01/2023
Updated 2023/01/27 at 1:33 PM
4 Minuti per la lettura

Oggi 27 gennaio 2023, in Italia, si celebra il Giorno della Memoria, istituito con una legge nel 2000 per commemorare le leggi razziali, la persecuzione dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione e la morte, opponendosi e cercando di combattere i totalitarismi europei degli anni Trenta del secolo scorso: fascismo e nazismo. È un giorno importante, durante il quale penseremo almeno per un istante a capolavori cinematografici come La vita è bella, o leggeremo forse diverse pagine di Ho scelto la vita. La mia ultima testimonianza pubblica sulla Shoah, libro scritto da Liliana Segre, in cui l’autrice ricorda cosa sono stati davvero il fascismo, la Shoah, le leggi razziali e tutte le conseguenze che ne sono scaturite. Oggi, l’antisemitismo e le leggi razziali saranno anche al centro di alcuni incontri istituzionali, per rimarcare ancora una volta quel discorso sul quale sono state poste le basi della Costituzione e della Repubblica italiana.

Il discorso fondante sulla Costituzione italiana basato su antisemitismo e leggi razziali

Dopo la fine della Seconda guerra mondiale e l’esperienza della Resistenza, in Italia si tenne un importante Referendum popolare: i cittadini furono chiamati alle urne per scegliere se continuare con il sistema monarchico od optare per quello repubblicano. Fu il primo voto ufficiale anche per le donne. Gli italiani scelsero Repubblica con il 54,27% e i padri fondatori ebbero un ruolo non poco rilevante, ovvero la sottoscrizione dei 139 articoli che ancora oggi, dopo quasi 80 anni, costituiscono le fondamenta del sistema repubblicano italiano. Per l’Italia, però, era fondamentale soffermarsi su una questione particolare: la denuncia di quello che si era vissuto negli anni precedenti, dell’antisemitismo, delle leggi razziali e del fascismo, che segnarono la vita di molte famiglie italiane. E il discorso fondante sulla Costituzione italiana del 1948 si basò proprio su questo: oltre agli articoli che ne facevano parte, il paese (politici e cittadinanza) ribadiva la necessità di opporsi a quella corrente politica che tanto male aveva provocato. Oggi, nel 2023, contrarietà e cancellazione del fascismo si posizionano ancora al cuore della Costituzione.

Il fascismo non tornerà (indipendentemente dalla ideologia di governo)

Dopo l’elezione del 25 settembre scorso, vinte dal centro-destra con Giorgia Meloni alla guida del governo, in Italia si sono accese alcune spie di allarme. Data la “discendenza” di Fratelli d’Italia da Alleanza Nazionale, a sua volta nato dalle ceneri del Movimento sociale italiano, a forti tinte di estrema destra e neo-fascista, si è a lungo dibattuto del pericolo del ritorno della corrente nera. Lo hanno fatto i principali quotidiani italiani e internazionali, riportando sulle rispettive prime pagine i paragoni tra il “partito unico” di Benito Mussolini e quello fondato nel 2012. Ma Giorgia Meloni non è fascista e il fascismo non tornerà, lo dice proprio quel discorso fondante sulla Costituzione italiana. La presidente del governo, insieme a Ignazio La Russa, attuale presidente del Senato, hanno ribadito in queste ore la necessità di istituire altre giornate in memoria delle stragi fasciste e delle tante vittime deportate.

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