La transizione ecologica, prospettata dal premier Draghi in una delle sue ultime dichiarazioni pubbliche sul tema come una grande opportunità per il paese, il pianeta e per avviare i giovani alle professioni futuro, fatica a progredire nelle città italiane.
L’allarme arriva dalla classifica su mobilità urbana e qualità dell’aria della campagna Clean Cities, promossa da ong, associazioni e think tank ambientalisti (tra cui Legambiente, Cittadini per l’aria e Kyoto Club, Transport and Environment).
Le città italiane si posizionano ultime nella lista di 36 grandi città europee. A guidare la classifica troviamo le capitali nordeuropee ( Oslo, Amsterdam), mentre Milano si posiziona 20esima e Napoli ultima.
Tra le variabili considerate nel rapporto, che è intitolato “Pan-European City Rating and Ranking on Urban Mobility for Liveable Cities”, ci sono sono, tra gli altri, lo spazio urbano dedicato a pedoni e biciclette; l’accessibilità ed economicità del trasporto pubblico locale; l’infrastruttura per la ricarica dei veicoli elettrici; le politiche di riduzione del traffico, dei veicoli inquinanti e l’offerta di servizi di sharing mobility.
«Le città italiane potevano uscire dalla pandemia trasformate in meglio: meno inquinamento dell’aria, meno auto in circolazione, più bici e trasporto pubblico. Purtroppo non hanno raccolto la sfida e spesso hanno fatto passi indietro», afferma Claudio Magliulo di Clean Cities Italia.
Eppure, città come Parigi (che si è posizionata quinta), hanno dimostrato che la transizione ecologica può attuarsi in breve tempo investendo nella riduzione drastica del traffico veicolare e nella promozione della mobilità pedonale e ciclistica.
Napoli, Milano, Torino e Roma, invece, restano imbottigliate nel traffico e sembrano regredire dal punto di vista ecologico diventando sempre meno green. Il responsabile mobilità di Legambiente, Andrea Poggio, rivolge un appello ai sindaci: «Misuriamoci con l’obiettivo di dimezzare auto e inquinamento e raddoppiare tram e treni, fermare i diesel e promuovere elettrico, biciclette e monopattini».
Servono piani mirati da attuarsi con determinazione e costanza per salvare il futuro del pianeta, prima che i danni all’ambiente diventino irreversibili.