Vivere in città di antichissima fondazione, risultato di secoli e secoli di trasformazioni e stratificazioni, equivale un po’ a “calpestare la Storia”. È proprio questo che accade a Cimitile, piccolo comune in provincia di Napoli, un tempo parte dell’antica sede vescovile di Nola – oggi relegata al margine e quasi dimenticata – abitato dagli “Scarpisasanti”, letteralmente da “coloro che calpestano i Santi”, definizione alquanto blasfema se decontestualizzata da un luogo impregnato di storia – è proprio il caso di dirlo – fin dalle sue fondamenta.
Sede di un’antica necropoli fin dai tempi dell’impero romano, oggi la città di Cimitile custodisce un prezioso scrigno di tesori culturali e architettonici racchiusi nel Complesso delle Basiliche Paleocristiane, sorte proprio nei pressi dell’antica necropoli fin dal IV secolo d.C., data di fondazione del primo santuario della zona, costruito in onore di San Felice, sacerdote e prestigioso esponente della comunità cristiana qui seppellito e venerato da tutto l’Occidente.
Figlio di un mercante siriano trasferitosi in Campania nel III secolo d. C e stretto collaboratore del vescovo Massimo, la sua fama spinge i fedeli a definire la sua tomba “ara veritatis”, presso la quale condurre tutti i condannati per costringerli alla verità. È proprio il culto di questo santo a favorire in questa zona la nascita di un piccolo villaggio presso il quale, poco dopo, si trasferisce San Paolino, un ricco pagano che, convertitosi al cristianesimo, sceglie di prendersi cura di questo luogo di culto insieme alla moglie Terasia, favorendo la costruzione di una nuova basilica – la Basilica Nova, così chiamata per distinguerla dalla Vetus, precedentemente esistente – e di strade e luoghi di ricovero per accogliere i pellegrini giunti da tutto Occidente.
Col passare del tempo, da necropoli pagana, la città di Cimitile diventa una necropoli cristiana, presso la quale futuri santi, religiosi e fedeli scelgono di farsi seppellire in quanto luogo sacro, cioè luogo di sepoltura di un santo. Da questa tradizione il nome degli abitanti di Cimitile, le cui case sorgono, appunto, su tombe di santi. È proprio nel corso di questi secoli che il complesso basilicale si arricchisce di un ulteriore edificio, oggi conosciuto come Basilica di Santo Stefano, con l’ingresso rivolto idealmente verso la tomba di San Felice, presto affiancato da un’altra costruzione, la Basilica di San Tommaso, edificata in seguito ad un’alluvione che causa la parziale distruzione della basilica preesistente.
Meta sacra e luogo di straordinaria importanza strategica per il Mezzogiorno, nel corso dei secoli la città di Cimitile, contesa fra dominazioni e potentati, subisce una serie di trasformazioni risalenti all’epoca medievale, periodo durante il quale il territorio è conteso fra i principi longobardi di Benevento e Salerno e i duchi di Napoli, per poi essere gradualmente abbandonata nel corso del ‘300, con la progressiva crescita della città di Nola, ben presto eletta sede vescovile.
La sua centralità religiosa e storica, tuttavia, permane saldamente nella memoria dei suoi abitanti, tramandandosi fino ai nostri giorni. Basta scavare un po’ più a fondo nella sua storia e nelle sue fondamenta, per trovarsi a colpo d’occhio al cospetto di millenni di storia religiosa e laica, culturale e artistica.
TRATTO DA MAGAZINE INFORMARE
N°224 – DICEMBRE 2021