Resterà fino al 28 agosto 2023 la nuova mostra accolta dal MANN di Napoli, intitolata “Alessandro Magno e l’Oriente”: un’occasione unica ed altrettanto imperdibile per ripercorrere, passo dopo passo, la vita di uno dei più grandi condottieri dell’antichità, attraverso 170 opere provenienti da tutto il mondo.
Il simbolo della conquista: Alessandro Magno e la storia
Sono tante le storie che ci hanno tramandato la figura di Alessandro III di Macedonia, meglio conosciuto con l’epiteto di Magno, e che hanno contribuito a far accrescere l’aura leggendaria che lo circonda. Dalle testimonianze antiche fino al romanzo moderno, dagli storici di corte a Valerio Massimo Manfredi, tutti celebrano un leader carismatico capace di riunire regni così eterogenei sotto un’unica egida: la sua. Non è un caso se molti storiografi e critici specializzati nel periodo ellenistico – quel lasso temporale che segue la campagna di Alessandro Magno contro i persiani nel 344 avanti Cristo e che giunge fino alle prime fondamenta di Roma – lo considerano fautore di una delle prime forme di globalizzazione che la storia dell’umanità abbia conosciuto.
Ma più che il generale, a noi interessa l’uomo: un giovane ambizioso, amante della cultura e che ha sempre trovato nell’ignoto, negli ξένοι (gli “stranieri”) una fonte di arricchimento personale, e mai di paura. Risale proprio all’antichità uno dei ritratti più belli ed umani del condottiero, tratteggiato dal biografo greco Plutarco nelle Vite Parallele (Βίοι Παράλληλοι), dove mette a confronto Alessandro Magno e Giulio Cesare. Lì, Plutarco ci narra l’episodio in cui Alessandro Magno, ancora ragazzino, riuscì a domare il cavallo Bucefalo, tramandandoci uno dei momenti più toccanti della sua storia, quello che vede suo padre, Filippo II, baciargli la fronte e pronunciare, come una profezia: «Figlio, cercati un regno che ti si confaccia: la Macedonia è infatti piccola per te».
La mostra al MANN
La mostra “Alessandro Magno e l’Oriente” è stata progettata non solo per render omaggio alla figura del condottiero, ma soprattutto per celebrare il restauro del mosaico che ritrae la battaglia di Isso, tra Alessandro Magno e Dario III di Persia. Con un centinaio di opere concesse da musei quali il Louvre, il British Museum e l’Archaeological Museum of Thessaloniki, a cui si aggiungono quelle del MANN, la mostra vuole sottolineare il legame tra Alessandro Magno e l’Oriente, mettendo però in evidenza tutti quegli elementi che si sono poi fusi con la cultura e le tradizioni greche e romane.
La mostra è promossa dal Ministero della Cultura e dal Ministero della Cultura e dello Sport greco, in unione con la Regione Campania e il Parco Archeologico del Colosseo, mentre la curatela scientifica è stata affidata alle mani di Eugenio Lo Sardo e Filippo Coarelli, che ancora oggi ci ricordano come un uomo giusto al momento giusto possa trascendere la storia stessa e trasformarsi in simbolo.