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Al Teatro Mercadante debutta “Ferito a Morte” di Raffaele La Capria

Napoli è la foresta vergine. Andarsene, andarsene!

Mina Grasso 20/10/2022
Updated 2022/10/20 at 11:15 PM
6 Minuti per la lettura

A Napoli? E chi, di che s’è mai scandalizzato a Napoli? Dove lo metti il gusto della spregiudicatezza?
(…) Il napoletano che vive nella psicologia del miracolo, sempre nell’attesa di un fatto straordinario tale da mutare di punto in bianco la sua situazione.. L’aspetto ambiguo dell’umanità del napoletano con la sua antitesi di miseria e commedia, di vita e teatro.. Le due Napoli, una la montatura e l’altra quella vera. La Napoli bagnata dal mare e quella che il mare non bagna (…). [Raffaele La Capria ]

Napoli è la foresta vergine. Andarsene, andarsene!

foto Mina Grasso

Ferito a morte: il debutto

Il Teatro Mercadante propone dal 19 ottobre 2022 al 30 ottobre 2022 lo spettacolo dal titolo “Ferito a morte” tratto dal libro di Raffaele La Capria, con la bellissima regia di Roberto Andò e l’adattamento di Emanuele Trevi. Spettacolo che parte dalla Napoli di Raffaele La Capria per proseguire la tournée verso Modena, Torino, Perugia, Roma, Milano, Cesena e Genova. Tratto da un romanzo del 1961 che lascia a bocca aperta il lettore fin dall’ incipit surreale e onirico. Un libro dalla copertina iconica che si presenta con l’immagine di una spigola dai colori dorati. La spigola sott’acqua è un disegno dell’artista Paul Klee. Il romanzo ambientato in uno dei palazzi più affascinanti e magici di Napoli: il Palazzo Donn’Anna, sarà anche vincitore del Premio Strega nel 1961.

La storia

La storia è un racconto allo stesso tempo estremamente borghese e velatamente contro la borghesia, fatto di rimandi e di flashblack. Tutto si svolge nell’arco di una giornata intorno alla storia di Carla Boursier, lungo 11 anni della sua vita e di Massimo De Luca, giovani ragazzi che si incontrano e si amano nel 1946, e intorno alle loro famiglie, agli amici, a scherzi, a giri in barca nel mare di Napoli. Massimo De Luca, il protagonista, è un giovane borghese osservato durante il sonno di una mattina del 1954, giorno della partenza per Roma. E il sonno conduce al sogno della sua gioventù e dei mattini al circolo e lungo il mare di Posillipo, vissuti negli anni tra guerra e immediato dopoguerra. E’ una storia di giovinezza, di partenze e di ritorni in una Napoli città che «ti ferisce a morte o t’addormenta, o tutt’e due le cose insieme». Racconta di una intellighènzia partenopea, della quale mostra scene quotidiane, lo snobismo, la leggerezza, mentre le parole ruotano intorno al tema della questione meridionale, e alle storie di un popolo che vive perennemente con megalomania di persecuzione.

fot Mina Grasso

In Teatro

Lo spettacolo al Teatro Mercadante vede in scena Andrea Renzi nel ruolo di protagonista, con Paolo Cresta, Giovanni Ludeno, Gea Martire, Paolo Mazzarelli, Aurora Quattrocchi, Marcello Romolo, Matteo Cecchi, Clio Cipolletta, Giancarlo Cosentino, Antonio Elia, Rebecca Furfaro, Lorenzo Parrotto, Vincenzo Pasquariello, Sabatino Trombetta, Laure Valentinelli e con la partecipazione in voce di Tim Daish.
Le scene e luci sono di Gianni Carluccio, i costumi di Daniela Cernigliaro, le coreografie di Luna Cenere il
suono di Hubert Westkemper. Il video è di Luca Scarzella, le foto di scena di Lia Pasqualino; l’aiuto regia è Luca Bargagna, l’assistente alle scene Sebastiana Di Gesù, l’assistente ai costumi Pina Sorrentino, il direttore di scena Sandro Amatucci.

La produzione è Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Fondazione Campania dei Festival, Emilia Romagna
Teatro ERT / Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale.

ll “napoletanese” e la nemesi della borghesia napoletana

Sottile si infila nelle trame nella pièce la parola nemesi, la metafora dell’occasione mancata. La società napoletana – spiega il regista Roberto Andò – non può che riconoscersi in “Ferito a morte”, che ne è lo specchio fedele anche ad anni di distanza. E così, per scelta, gli attori sono per lo più napoletani, per lasciare sulla scena anche una sorta di aurea musicale, che non è quella della lingua del popolo, ma è quella del napoletanese, lingua parlata dai borghesi al circolo nautico. Quella di un mondo familiare in un senso allargato, che non trova differenza tra il fuori e il dentro Palazzo Donn’Anna.

foto Mina Grasso

Dal debutto di “Ferito a Morte” il Teatro Mercadante proporrà anche un ciclo di incontri a partire dal 24 ottobre e fino al 3 aprile dal titolo “Foresta vergine. Pensare Napoli“.

Napoli è la foresta vergine dalla quale andarsene, andarsene! Scappare via, e sentirne la mancanza, per poi tornare e restare imbrigliati, fagocitati, assopiti. Per sempre bloccati dentro a un sogno, come accade a Massimo De Luca, che appare sospeso a mezz’aria tra lo splendido torpore di Napoli e il desiderio di cambiamento e di lavoro fuori da Napoli.

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