L’appuntamento è per il prossimo venerdì 24 gennaio alle 16:30, presso il Palazzo Ferri-Mazzeo di Taurasi, in provincia di Avellino, per un confronto sull’eccellenza del territorio: il vino.
Della Storia dell’antichissimo vitigno autoctono dell’Aglianico diffuso in tutto il Meridione sappiamo che probabilmente è originario della Grecia e sarebbe stato introdotto in Italia intorno al VII-VI secolo a.C. anche se non ci sono certezze sulle origini del nome, che potrebbero risalire all’antica città di Elea (Eleanico), sulla costa tirrenica della Lucania, o essere più semplicemente una storpiatura della parola Ellenico. Delle prospettive il dibattito è aperto e sarà introdotto dai saluti del sindaco di Taurasi Antonio Tranfaglia e dell’Avv. Lorenzo Mazzeo – patrocinante in Cassazione e presidente del Rotary Club di Taurasi e dell’Associazione Sportiva “Ofantiadi”.
Storia e Prospettive su cui interverranno illustri relatori tra i quali Antonio Buono già presidente del Consorzio Vini d’Irpina e Marianna Venuti Vice presidente del Consorzio per la Tutela dei Vini d’Irpinia e della Camera di Commercio di Avellino. All’iniziativa promossa dal Centro Studi Mazzeo-Ferri dal Rotary Club insieme con l’Associazione “Ofantiadi” e la Fondazione Mare Nostrum gli ulteriori interventi saranno degli imprenditori del comparto vinicolo Antonio Caggiano e Marianna Mazzariello cui seguiranno quelle del prof. Giuseppe Blaiotta dell’Università di Napoli Federico II. A moderare i lavori del pomeriggio Annibale Discepolo che introdurrà a seguire anche gli altri relatori presenti, l’Archeologo Flavio Castaldo autore del libro “Archeologia dei vini in Campania” e della consulente del diritto vitivinicolo e del Cofondatore PromoItalia Giovanna Sangiuolo.
Le conclusioni affidate alle parole del Presidente di Coldiretti di Avellino Francesco Acampora e di Luigi Moio docente ordinario di enologia presso l’Università di Napoli Federico II che sapranno, come i loro precedenti colleghi, raccontare alla platea dei partecipanti segreti e caratteristiche del pregiato nettare del territorio avellinese.
di Antonio Di Lauro