Nella celebrazione dei sacramenti del battesimo e della cresima, i padrini e le madrine hanno sempre avuto un ruolo di primaria importanza. Il loro compito consiste nel sostenere il figlioccio o la figlioccia nel percorso della fede. Oggi come oggi, però, questo ruolo ha perso l’importanza che aveva un tempo.
La posizione di Monsignor Cirulli sulla sospensione di padrini e madrine
Il Vescovo delle diocesi di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca, monsignor Giacomo Cirulli, ha preso atto della funzione meramente formale di padrini e madrine. Per questo motivo ha stabilito che promulgherà un decreto per le suddette diocesi che prevede la sospensione, in via sperimentale e per la durata di tre anni, della presenza di padrini e madrine nella celebrazione del battesimo e della cresima.
Le parole del vescovo lasciano presagire che si tratterà di un esperimento: “Nell’odierno contesto socio-ecclesiale l’ufficio dei padrini e delle madrine, per lo più ha perso il suo valore originario. La mission legata a tali figure, infatti, consiste nell’accompagnare i catecumeni o i cresimandi nell’intero percorso di fede e non solo nel momento della celebrazione del Sacramento. Allo stato attuale, tuttavia, tale ruolo ha perso quasi del tutto il suo significato, riducendosi ad una sorta di adempimento formale o di consuetudine sociale”. E aggiunge: “La sospensione in via sperimentale non ha lo scopo di sminuire il valore di tali figure, ma rappresenta un tentativo, da parte del vescovo, di recuperarne l’identità e la missione, come specificato nelle note applicative del Decreto”.
La raccomandazione di Monsignor Cirulli è chiara: “Ai parroci la facoltà di rilasciare il nullaosta per la celebrazione dei Sacramenti del Battesimo e della Cresima al di fuori del territorio diocesano”.
La data di inizio della sospensione è fissata per il 9 aprile, pur prevedendo una deroga fino alla celebrazione della Pentecoste. Insomma, la presenza di queste figure si esaurisce il giorno del battesimo o della cresima; al contrario, madrine e padrini dovrebbero assolvere questo “dovere” durante l’intero percorso della vita. La decisione drastica del vescovo campano deve spingere ciascuno a riflettere sull’importanza del compito che si assolve. Essere guida nel cammino della fede è una chiamata senza tempo alla quale bisogna rispondere per tutta la vita.