Si è spento all’età di 76 anni Giorgio Ferrara, personalità eclettica del mondo del teatro e del cinema che lascia dietro di sé oltre cinquant’anni di carriera.
La vita di Giorgio Ferrara
Romano di nascita, il primo approccio di Giorgio Ferrara al mondo del teatro arriva grazie alla nonna materna che lo spinge ad avvicinarsi alla recitazione. La sua permanenza in Accademia è di breve durata: durante il suo primo corso di recitazione e regia conosce infatti Luca Ronconi, che, come ha raccontato nel corso di un’intervista rilasciata alla Repubblica nel 2020, segue al di fuori della scuola per diventarne l’aiuto regista. Il suo repertorio teatrale oscilla tra Goldoni e Pirandello, tra Strindberg e Bernari, fino a rivolgersi anche al mondo del cinema. Risale al 1977 Un cuore semplice, premiato con un riconoscimento speciale ai David di Donatello e con un Nastro d’argento al miglior regista esordiente; a seguire, è tra i registi del documentario L’addio a Enrico Berlinguer (1984) e dirige Caccia alla vedova (1991) e Tosca e altre due (2003). Dopo quattro anni alla direzione dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, dal 2007 e per i successivi tredici anni è alla guida del Festival dei due Mondi di Spoleto. Nel 2021 assume il ruolo di direttore artistico presso il Teatro Stabile del Veneto, lasciando il ruolo nell’aprile del 2023.
Il Minotauro
Uomo di cultura ed artista che si è mosso negli ambiti più disparati della performance, Giorgio Ferrara ha saputo reinventare i classici del teatro e del mito in chiave innovativa e moderna. L’esempio più lampante è rappresentato da Il Minotauro, opera in dieci quadri su libretto di Giorgio Ferrara e René de Ceccatty che ha dato avvio alla 61esima edizione del Festival dei due Mondi. Seguendo la logica del retelling, Giorgio Ferrara ci presenta un’interpretazione tutta umana della figura del Minotauro: una creatura che non ha abbandonato la sua metà umana, contrapponendosi ad Arianna e Teseo, considerati traditori. Il regista fa confluire passato e presente nella figura del Coro degli Uccelli che, alla stessa stregua del coro nelle rappresentazioni tragiche dell’Atene classica, commenta la vicenda. Gli specchi in cui il Minotauro si riflette compongono il Labirinto in cui il mostro è rinchiuso e fanno parte della scenografia ideata dallo stesso Giorgio Ferrara, che in quest’opera dimostra di non poter essere contenuto entro i confini del ruolo del regista.