Come tutti i nuovi Commissari Europei nominati lo scorso 10 settembre dalla nuova Presidente della Commissione, la tedesca Ursula von der Leyen, anche Paolo Gentiloni ha dovuto rendere pubbliche le proprie dichiarazioni reddituali ed il proprio stato patrimoniale, così come stabilito nel codice di condotta per i membri della Commissione Europea.
I titoli e le azioni di Paolo Gentiloni
L’ex premier ed attuale Presidente del Partito Democratico possiede un portafoglio importante di titoli e azioni, del valore stimato di circa 700 mila euro. Spiccano senza dubbio le consistenti partecipazioni, tra le altre, ad Amazon (100 mila euro), Campari (59 mila euro), Luxottica (40 mila euro), Enel (18 mila euro), ENI (12 mila euro). Tra i tanti investimenti, proprio quello nel colosso dell’e-commerce di Jeff Bezos potrebbe creare più problemi all’ex premier.
Questo perché, ad essere in discussione al Parlamento Europeo, è proprio la cosiddetta “digital tax”. Provvedimento che consentirebbe ai Paesi membri dell’Unione di tassare lecitamente i grandi colossi del web come Google, Apple, Alì Express e la stessa Amazon, che commerciano prodotti e servizi in Europa, i quali spesso operano con sedi extra UE a regimi fiscali privilegiati.
La parola ad Aldo Amirante
«L’articolo 245 del TFUE – ricorda Aldo Amirante, Professore Aggregato di diritto Internazionale e diritto dell’Unione Europea presso l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” – dispone che i membri della Commissione debbano essere completamente indipendenti: non possono esercitare alcuna attività professionale e non devono essere potenzialmente sottoposti a pressioni o sollecitazioni, nemmeno dagli Stati di appartenenza che ne hanno proposto la nomina. Il requisito dell’indipendenza è inteso nel senso più ampio e assoluto e quindi, anche se non espressamente vietato, il possessore di un pacchetto azionario di multinazionali di tale consistenza è incompatibile alla carica non ex lege, ma per una questione di opportunità politica poiché le sue scelte non sarebbero al di sopra di ogni sospetto. Per questo ritengo che Paolo Gentiloni, da un uomo intelligente, si ritirerà».
Nel frattempo la scure della valutazione parlamentare si è già abbattuta sui papabili Commissari nominati dai governi di Ungheria (che ha già provveduto alla proposta di un nuovo Commissario) e Romania. Il Parlamento Europeo, a cui spetta esaminare ed infine approvare la Commissione, ha già infatti rigettato le candidature di Làszò Tròcsànyi e Rovana Plumb. Questi ultimi, nella lettera del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli indirizzata alla Presidente Von Der Lyen, sono stati definiti “non idonei a ricoprire la carica”, proprio per incompatibilità da conflitto di interessi.
di Raffaele Ausiello