Futurismo

A Padova la mostra sul Futurismo dal 1910 al 1915: la storia del movimento

Mattia Fiore 18/10/2022
Updated 2022/10/18 at 12:23 PM
7 Minuti per la lettura
Giacomo Balla. Il ponte della velocità, 1913-15. Roma, Galleria Nazionale d’Arte moderna e Contemporanea.

Care lettrici e cari lettori, sperando di fare cosa gradita, sono lieto di presentarvi la mostra sul “Futurismo dal 1910 al 1915”, in programma a Padova, (Palazzo Zabarella),  dal 1° ottobre 2022 al 26 febbraio 2023. La mostra, dedicata ai primi cinque anni dell’avanguardia Futurista è curata da Fabio Benzi, Francesco Leone e Fernando Mazzocca.

La mostra presenta oltre cento opere di vari artisti

Gaetano Previati, Giacomo Balla, Carlo Carrà, Umberto Boccioni, Ottone Rosai, Giovanni Segantini, Gino Severini, Gino Rossi, Achille Funi, Ardengo Soffici, Luigi Russolo, Fortunato Depero, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Gino Galli, Enrico Praompolini, Antonio Sant’Elia, Aroldo Bonzagni.

Il Futurismo fu un movimento essenzialmente italiano e patriottico

Tra le avanguardie del ‘900 il Futurismo è senza dubbio quella che più di ogni altra ha coltivato sentimenti di rinnovamento, di ribellione nei confronti della tradizione, di fiducia incondizionata verso le possibilità offerte dal futuro e dalle sue innovazioni tecniche.

Il 20 febbraio del 1909, il poeta, scrittore e drammaturgo Filippo Tommaso Marinetti Marinetti (Alessandria d’Egitto, 22 dicembre 1876 – Bellagio, 2 dicembre 1944), pubblica sul quotidiano parigino “Le Figaro” il “Manifesto del Futurismo”.

Marinetti dichiara, con enfasi sul Manifesto futurista, che “ un’auto da corsa, un’auto ruggente …è più bella della Vittoria alata della Nike di Samotracia”, massimo ideale di bellezza occidentale.

Carlo Carrà. Cavallo e cavaliere, 1915. Kröller-Müller Museum, Ottorlo.

In undici punti descrive l’identità del gruppo futurista e i suoi propositi. Nell’ultimo e riassuntivo leggiamo:

«Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa; canteremo le maree multicolori o polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole pei contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano l’orizzonte, le locomotive dall’ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d’acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta».   

Con questa pubblicazione Marinetti celebra l’età industriale, la velocità, l’amore del pericolo, e la sfrenata energia della fabbrica, del cantiere, della locomotiva e dell’aeroplano.

La “pittura futurista”, proclama il manifesto, deve esprimere il “dinamismo universale” come sensazione dinamica e la struttura essenziale dei corpi resi immateriali dal moto e dalla luce.

L’11 aprile dello stesso anno ,(1909), esce il Manifesto tecnico della pittura futurista dove si puntualizza il carattere dinamico dell’arte inserito nella realtà contemporanea. La base linguistica su cui elaborare tale pittura è costituita dal divisionismo di Segantini, Previati, e Pellizza da Volpedo.

“I pittori si sforzavano di riunire diverse impressioni in una sola immagine, come una foto con un tempo di esposizione prolungato. Un cane che corre viene rappresentato con dodici gambe, e la mano di un violinista con una moltitudine di dita vorticanti. I loro quadri esprimevano anche un grande entusiasmo nei confronti delle innovazioni tecnologiche e, come si deduce dal nome di questo movimento, una grande fiducia nel futuro.”

I pittori che aderiscono al gruppo futurista

Umberto Boccioni. Forme uniche della continuità nello spazio, 1913. Kröller-Müller Museum, Ottorlo

Umberto Boccioni (1882-1916),Carlo Carrà (1881 – 1966) e Luigi Russolo (1885 – 1947) che con Giacomo Balla (1871-1958) e con Gino Severini (1883-1966). A questi si unì successivamente l’architetto Antonio Sant’Elia.

Tra i futuristi Umberto Boccioni rappresenta senz’altro la personalità più rilevante. Boccioni fu anche uno dei teorici della pittura futurista: elaborò il “Manifesto della pittura futurista” che, nel febbraio del 1910, fa sottoscrivere agliamici e colleghi Gino Severini, Giacomo Balla, Carlo Carrà e Luigi Russolo.

Umberto Boccioni contribuì come pittore, scultore e teorico al movimento d’avanguardia italiano promosso da Marinetti.

Boccioni, tuttavia, si distingue dai suoi colleghi e amici, sia per le sue convinzioni socialiste, sia per l’atteggiamento profondamento analitico nell’elaborazione della sua pittura.

L’artista sottoscrive il Manifesto dei pittori futuristi e partecipa alle mostre futuriste.

Il Manifesto sul Futurismo sviluppa una serie di proposte

Rifiuto indiscriminato della vecchia cultura, identificata nel mondo delle accademie e dei musei; esaltazione della vita come energia, della velocità, del dinamismo simboleggiato dai nuovi mostri tecnologici (automobili, aeroplani, ecc.), della guerra “sola igiene del mondo”. I futuristi forniscono la loro adesione al fascismo.

Come dice il nome stesso, questo movimento intendeva ribellarsi ai modelli e agli ideali del passato, sfociando in una violenta polemica contro l’arte accademica. Era quindi necessario elaborare un’arte in grado di esprimere la vita frenetica della metropoli moderna. Un’arte che possa ispirarsi alla velocità alle sensazioni che tale dinamismo produce, moltiplicando i ritmi, deformando gli oggetti, permettendo visioni simultanee.

Un’arte che si ispiri alla macchina, strumento di progresso.
Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido.
Ma il desiderio di innovazione dei futuristi va ancora più in là: oltre a forme artistiche per la rappresentazione del tempo e del movimento, essi intendevano trovare il modo di rendere graficamente anche i rumori.

Quindi, l’esaltazione dei futuristi per i moderni rumori dei motori si espresse anche musicalmente: gli artisti organizzavano infatti ”concerti rumorosi” e componevano musiche per macchine.

N.B. Le foto sono state attinte da internet a scopo puramente didattico-illustrativo.

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