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8 marzo 2022: contro la violenza di genere e la guerra

Giovanna Di Pietro 09/03/2022
Updated 2022/03/09 at 3:47 PM
3 Minuti per la lettura

In Italia l’8 marzo fu celebrato per la prima volta dal neonato PCI nel 1922 ma, a causa della repressione fascista, fu solo nel 1944 che l’Unione delle Donne Italiane (UDI) propose l’istituzionalizzazione di questa data. Dopo la fine della guerra, il 10 marzo 1946, le donne italiane andarono al voto per la prima volta.

Furono tre donne partigiane, appartenenti al PCI – Teresa Mattei, Teresa Noce e Rita Montagnana – a scegliere la mimosa come simbolo di questa giornata.

La mimosa fu scelta perché era un fiore poco costoso e facile da trovare, che divenne emblema anche della lotta operaia e partigiana. Le operaie infatti, già prima del 1946, avevano l’abitudine di scambiarsi dei rametti di mimosa come segno di comunanza d’intenti.

Secondo la leggenda, le radici della Giornata Internazionale della Donna risalgono all’8 marzo del 1908, quando un incendio provocò la morte di oltre un centinaio di operaie newyorkesi. Fino alla Prima Guerra Mondiale in Europa le donne furono celebrate in giorni diversi, fino al 1917, quando le donne scesero nelle strade di San Pietroburgo per chiedere la fine della guerra.

Ieri, a 76 anni dalla prima celebrazione della Festa delle Donne, le donne sono scese tra le strade di Napoli per rivendicare il significato di lotta di questa giornata. Studenti e studentesse, ma non solo, si sono riuniti per affrontare il tema della parità di genere e della lotta contro la violenza sulle donne. I discorsi affrontati dai manifestanti hanno riguardato vari temi: dal dress code scolastico alla violenza di genere, passando per i recenti avvenimenti in Ucraina. Molti dei cartelli e degli striscioni esibiti dai manifestanti hanno infatti toccato anche il tema della guerra, riallacciando la pretesa imperialista della Russia sulla terra alla pretesa maschilista sui corpi delle donne.

L’8 marzo rimane un giorno di celebrazione, ma soprattutto di rivendicazione della lotta femminista, che viene combattuta non solo scendendo in piazza, ma anche attraverso l’educazione alla sensibilità e alla memoria.

Risalire alle radici di questa giornata può servire come spunto per decidere come vogliamo che si evolva: la lotta femminista non può non essere intersezionale, cioè affrontare la contemporaneità nel suo insieme, partendo dal presupposto che tutte le discriminazioni siano collegate. Per questo motivo, le femministe scese ieri in piazza hanno fatto sentire la loro voce, critiche non  solo nei confronti della politica italiana, ma anche di quella internazionale.

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