Il 5 Febbraio 1992 nasce la legge 104. Prende vita per garantire, a persone affette da handicap, integrazione sociale e diritti contemplati in contesti quali: famiglia, lavoro e scuola.
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Una legge, quindi, nata a tutela della libertà e della dignità personale.
Dopo trenta anni sembra necessario riaprirsi ad un dialogo che consolidi i diritti dei suddetti e per farlo occorre puntare alla convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.Yannis Vardakastanis, Presidente di European Disability Forum afferma che: «In Europa il COVID-19 ha acceso i riflettori sull’esclusione e sulla discriminazione dei soggetti con disabilità. Tutte le persone con disabilità che hanno perso la vita, i loro familiari, i loro mezzi di sussistenza, i contatti con gli amici, la famiglia e la loro rete di sostegno richiedono da noi, dalle istituzioni dell’UE, di trasformare completamente il nostro lavoro includendo le persone con disabilità. Non ci saranno più scuse.Il CRPD (Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità) è in vigore da 10 anni: è tempo di assicurarsi che le leggi vengano adottate, che le leggi vengano applicate, che le persone abbiano il potere e che vengano investiti i fondi. L’imminente strategia sui diritti dei disabili dovrebbe porre le basi per una vera uguaglianza per le persone con disabilità in Europa».Vincenzo Falabella, Presidente della Fish sostiene che: «I principi della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità costituiscono un manifesto ideale per la Federazione e per la rete associativa che vi si riconosce; devono per questo costituire il faro per chi elabora le politiche, a livello nazionale ed internazionale.Perché da allora, sono passati dieci anni, diventa sempre più necessario la riforma dell’attuale sistema di welfare, basato principalmente sul sistema di protezione, che deve essere profondamente modificato in favore di un nuovo modello basato sui diritti umani, civili e sociali».Nel Marzo del 2007 l’Italia ha sottoscritto il protocollo attuativo dell’ONU ciononostante il Decreto-legge elaborato dal Ministero della Disabilità presenta ancora delle falle. L’inserimento dei più giovani nella scuola e nel mondo de lavoro arranca; i servizi sono ancora inadeguati.Purtroppo siamo lontani dal raggiungimento degli obiettivi, specie quando si tratta di malattie rare. Invalidità civile e 104 non sempre vengono riconosciute a causa di patologie poco note pertanto si presenta precario il comparto assistenziali a favore delle persone affette di patologie purtroppo invalidanti. Caposaldo della deontologia medica è il dovere di cura. Al Ministro Speranza l’arduo compito di fornirci delucidazioni chiarificatrici.
Dopo trenta anni sembra necessario riaprirsi ad un dialogo che consolidi i diritti dei suddetti e per farlo occorre puntare alla convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.Yannis Vardakastanis, Presidente di European Disability Forum afferma che: «In Europa il COVID-19 ha acceso i riflettori sull’esclusione e sulla discriminazione dei soggetti con disabilità. Tutte le persone con disabilità che hanno perso la vita, i loro familiari, i loro mezzi di sussistenza, i contatti con gli amici, la famiglia e la loro rete di sostegno richiedono da noi, dalle istituzioni dell’UE, di trasformare completamente il nostro lavoro includendo le persone con disabilità. Non ci saranno più scuse.Il CRPD (Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità) è in vigore da 10 anni: è tempo di assicurarsi che le leggi vengano adottate, che le leggi vengano applicate, che le persone abbiano il potere e che vengano investiti i fondi. L’imminente strategia sui diritti dei disabili dovrebbe porre le basi per una vera uguaglianza per le persone con disabilità in Europa».Vincenzo Falabella, Presidente della Fish sostiene che: «I principi della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità costituiscono un manifesto ideale per la Federazione e per la rete associativa che vi si riconosce; devono per questo costituire il faro per chi elabora le politiche, a livello nazionale ed internazionale.Perché da allora, sono passati dieci anni, diventa sempre più necessario la riforma dell’attuale sistema di welfare, basato principalmente sul sistema di protezione, che deve essere profondamente modificato in favore di un nuovo modello basato sui diritti umani, civili e sociali».Nel Marzo del 2007 l’Italia ha sottoscritto il protocollo attuativo dell’ONU ciononostante il Decreto-legge elaborato dal Ministero della Disabilità presenta ancora delle falle. L’inserimento dei più giovani nella scuola e nel mondo de lavoro arranca; i servizi sono ancora inadeguati.Purtroppo siamo lontani dal raggiungimento degli obiettivi, specie quando si tratta di malattie rare. Invalidità civile e 104 non sempre vengono riconosciute a causa di patologie poco note pertanto si presenta precario il comparto assistenziali a favore delle persone affette di patologie purtroppo invalidanti. Caposaldo della deontologia medica è il dovere di cura. Al Ministro Speranza l’arduo compito di fornirci delucidazioni chiarificatrici.