È risaputo che il 25 dicembre, giorno in cui celebriamo il Natale del Signore, sia stato associato ad una precedente festa pagana. Infatti, in quella data gli antichi romani celebravano il solstizio d’inverno con una festa in onore del Sol Invictus, il sole invincibile, istituita dall’imperatore Aureliano nel 274 d.C.; poi, nel 330 d.C., l’imperatore Costantino fece coincidere con tale festività la nascita di Cristo, fino ad allora celebrata in diverse date a seconda del luogo, ma spesso il 6 gennaio, giorno dedicato all’Epifania.
Curiosando nella storia, scopriamo che nel giorno di Natale avvennero anche alcuni eventi politici significativi. Il più noto è senz’altro l’incoronazione di Carlo Magno. La notte di Natale dell’800, il re dei Franchi si inginocchiò a pregare all’interno della Basilica di San Pietro. Lì, papa Leone III lo avrebbe incoronato e la congregazione romana lo avrebbe proclamato imperatore. Si dice che Carlo Magno fu colto di sorpresa e persino infastidito. In realtà, l’incoronazione sarebbe avvenuta con accordo di entrambi, poiché il pontefice era allora politicamente debole, tanto che un anno prima avrebbe rischiato la vita quando i suoi nemici tra la nobiltà romana avevano cercato di cavargli gli occhi e tagliargli la lingua, mentre le accuse di adulterio e spergiuro si addensavano intorno alla sua figura. L’incoronazione diede a Leone III un protettore e Carlo Magno si guadagnò la sacra legittimità come Imperatore dei Romani.
Un’altra incoronazione, quella di Guglielmo, duca di Normandia, il conquistatore dell’Inghilterra, noto anche come Guglielmo il Bastardo, ebbe luogo nell’Abbazia di Westminster il giorno di Natale del 1066, ponendo fine a 600 anni di dominio anglosassone. Si narra che i soldati normanni all’esterno, interpretando le grida di acclamazione all’interno dell’abbazia come un tentativo di assassinio, furono presi dal panico, diedero fuoco agli edifici vicini e fomentarono una rivolta. Il dominio normanno sull’isola fu subito contrastato, tanto che il giorno di Natale del 1069 Guglielmo era asserragliato a York, pronto a scatenare il cosiddetto “tormento del nord” in risposta alla ribellione. Le truppe normanne massacrarono persone e bestiame, bruciarono villaggi e salarono il terreno in modo che i raccolti non crescessero mai più. Un monaco scrisse che le persone furono ridotte addirittura al cannibalismo.
Nel 1647, in Inghilterra, dopo la fratricida guerra civile inglese del XVII° secolo, durante la breve repubblica di Oliver Cromwell, i parlamentari puritani decisero di abolire il Natale, sia perché disprezzavano i festeggiamenti che erano diventati sempre più turbolenti nel corso del tempo, sia perché associavano quella celebrazione con la vecchia fede cattolica. Tale provvedimento sollevò disordini in tutta l’Inghilterra. A Canterbury, ci fu una vera e propria rivolta, il sindaco fu picchiato e la popolazione furiosa si mise a calciare palloni per protestare contro i tentativi di annullare le loro tradizionali partite di Natale.
Nell’inverno del 1776, George Washington aveva bisogno di una vittoria che avrebbe riacceso la convinzione vacillante tra il suo esercito in rapida diminuzione che la rivolta contro gli inglesi potesse avere successo. Nella notte del 25 dicembre, tra raffiche di nevischio e neve, le truppe rivoluzionarie attraversarono il fiume Delaware ghiacciato ed ebbero la meglio su una guarnigione dell’Assia di ausiliari tedeschi che combattevano per gli inglesi, cambiando le sorti della guerra.
Il 25 dicembre 1989, la drammatica rivoluzione contro il regime comunista in Romania raggiunse il suo apice, con l’esecuzione sorprendentemente rapida del dittatore Nicolae Ceauşescu, insieme a sua moglie Elena. A quel tempo, per l’opinione pubblica europea un despota con il gusto per il lusso veniva rovesciato da un popolo affamato, in uno degli stati di polizia più paranoici e crudeli dell’Europa orientale. Studi recenti, in realtà, dimostrerebbero che si trattò di un colpo di stato da parte di membri del regime e di agenti del temuto servizio di spionaggio Securitate. Due anni dopo, il 25 dicembre 1991, alle 19:32, la bandiera sovietica sul Cremlino fu ammainata per l’ultima volta, finiva l’Unione Sovietica, dopo le dimissioni di Mikhail Gorbaciov.
di Fabio di Nunno